
Lo scorso novembre la tentazione di chiedere all’arto superiore destro compiti complessi si fece più forte. Misi in gioco il mio braccio destro senza sapere come poteva reagire dopo avergli chiesto di disegnare. Mi aspettavo solo carne greve, che avvenne spontaneamente rimanendo per giorni e giorni.
Iniziai a precorrere la strada del disegno producendo scritte in corsivo di nomi. Iniziai a rappresentare immagini astratte con pastelli a cera, pennarelli normali. In futuro vorrei provare a disegnare anche con le tempere.
Disegno sia con entrambi gli arti superiori lasciando la mia mente naufragare nella fantasia.
Dai piedi nudi raccolgo energia che riesco a dirottare nella parte destra del mio corpo.


13/14 -04 – 07
Lascio che mi novella
una gentile bella
teneri ricordi
che fuggono in sella.
Mi sento martoriato
da storie infinite
di amori assassini
difficili da elencare su infiniti rullini.
Bella gentile
scateni in me queste mie parole
più forti di un proiettile
che erode il barile.
Ti sento bellezza celata
e confido in queste mie povere parole:
una lettera,
questa doveva essere
ma la poesia, prendendo il sopravvento
è riuscita a cambiare le mie parole.
Su sabbia suono fantasia,
con tese corde
per cercare di acchiappare il tuo stupore
nelle strade della frenesia.
Poetessa della tua bellezza
che attiri parole su te …
parole … dove mi trovo sconfinato
per un fisico sdegnato
che in te, trova carezza.
Damiano Cabassi
21/10/03
Ho costruito dentro me
una forza inesauribile di vivere,
di andare incontro a cose che il mio corpo
ha tutta la capacità di non volere.
Ho fatto forza alla mia vela,
per far sì che si estingua alla memoria,
il dolore della scoperta di non farcela.
Ho voluto abbandonare la terra di sempre
e se tra lune e lune cadrò
farò pascere i miei piedi
ma non il desiderio.
A chi mi darà l’opportunità
terrò grato il suo cuore
nel cassonetto delle memorie.
La palla viaggerà all’impazzata
e perderla io potrò,
eppure, nella mia mano ritornerà,
per avanzare le mura,
e far sì, che il non credere
sia cancellato dalla bocca di coloro
che mi hanno trattenuto.
Potrò giacere, stanco di giocare a vuoto
ma so di poter chiedere la grazia
a coloro che mi porgono aiuto
e se intorno, vedo mille coppie
non vedo l’insaziabilità della mia coscienza
altrimenti diventerei pazzo.
Voglio regalarmi
la stessa voglia del mio compagno
per fare gioco interno
e come tutti, per viaggiare
senza che mano si afferri al muro.
Io credo…
anche se in alcuni momenti cadrò
costruirò ugualmente la vita.
Damiano Cabassi