Scalzismo

La mia scelta di camminare scalzo penso sia condizionata dal metodo educativo Scout iniziato a 8 anni. I ricordi delle uscite, dei campi reparto, delle camminate sui tornanti delle montagne, nei boschi in mezzo alla Natura, delle scenette attorno al fuoco in un campo estivo penso siano stati gli ingredienti, che nel’2016, si sono riaccesi nella mia mente per condurmi nello scalzismo. Oltre a questi ricordi davanti ai miei occhi passavano le immagini di una natura al collasso per effetto del cambiamento climatico: grandi banchise ghiacciate rimaste attaccate da secoli alla superficie dei ghiacciai velocemente si stanno staccando per sciogliersi sui mari del polo Nord, fenomeni atmosferici distruttivi, deserti che stanno avanzando minacciando la sopravvivenza degli animali, città in lotta contro un mare che le sommerge e tanto altro ancora. Queste immagini mi provocarono dentro una rabbia incontenibile e una domanda mi sorse spontanea: “Come aiuto un posto che mi ospita?”.
Il sesto punto della legge Scout dice: “L’esploratore è un amico per gli animali” e da qui iniziai a pensare di trovare delle strategie semplici per essere a contatto con la natura. Questa strategia semplice nacque a tavola da una domanda di mia mamma che chiese: “Sapete che in Italia esiste il Club dei Nati Scalzi?” –rispondemmo tutti stupiti a quella domanda: “Davvero!!!” e lei annuì. Pensavo che mia mamma scherzasse e presi l’informazione alla leggera poi qualcosa in me cambiò perché incominciai a provare curiosità e a cercare qualcosa sullo scalzismo. Su Google digitai: “Nati Scalzi” e mi comparve la voce Nati Scalzi- Italia. Da quella ricerca provai a togliermi le scarpe nell’estate del’2016 e ufficialmente nel’2017 entrai nel Club dei Nati Scalzi.

Iniziai a camminare scalzo nell’estate 2016 davanti allo sguardo stupito dei miei familiari di vedermi senza calze e scarpe. Si aprii una nuova pagina e camminai senza calze per provare a vedere cosa potevo sentire. Mi sono tenuto plantari, tutori e scarpe tanto tempo e solo in quella camminata mi sentivo in pace con me stesso.

Camminare scalzo mi chiedeva di avere molta più attenzione ma percepivo una grandissima libertà. Non essendo abituato a camminare scalzo rientravo in casa molto stanco e non riuscivo a scrivere ma con questo mi dissi: “E’ solo questione di tempo!!!”.   

Camminare scalzo m’insegna a rallentare il mio passo per sentire il suolo e identificarlo, accorgendomi di tutti i suoi elementi: terra, erba, pantano, umidità e aria. Camminando scalzo tendo a caricare il peso del mio corpo sull’avampiede e non sul tallone, come solitamente sono obbligato a fare tenendo i piedi dentro le scarpe.

Prendo le sensazioni dalle passeggiate scalze, arrivo in casa e scrivo.         

Camminare scalzo m’insegna a rallentare il mio passo per sentire il suolo e identificarlo, accorgendomi di tutti i suoi elementi: terra, erba, pantano, umidità e aria. Camminando scalzo tendo a caricare il peso del mio corpo sull’avampiede e non sul tallone, come solitamente sono obbligato a fare tenendo i piedi dentro le scarpe.

Prendo le sensazioni dalle passeggiate scalze, arrivo in casa e scrivo.