Dove sono le mie timide e fugaci gesta, il mio cuore resta. La mia anima calpesta quel rovente ardimento, di pace serena di vita vera. Vorrei volare, per liberare una mia frizzante anima, una goccia d’inchiostro tarda nella mia tela bruciando, il richiamo della mia vela. La mia anima vuole essere simile al giorno che non duole. Libertà, vorrei svelare tra queste frasche, ancora ferme per un mio core silente. Dov’è, la mia immagine che fugge, senza alcuna cagione al riparo, di una bontà di magione che conosce sentinelle di speranza, a noi, che l’uomo manca. Mi dono a Lui, in quelle mani pungenti come un giorno come un uomo,che all’apparir del vero pare nano. Ogni battito, di questo vano tempo è simile all’ebbrezza, che nega la tenera carezza di un pastore, che con astuzia tira la sua freccia, nel bersaglio dell’anima. |
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