Presentazione del mio libro
Sabato 20 maggio 2023 presso la galleria d’arte San Francesco di Reggio Emilia si è tenuta la presentazione del mio libro: “Direzione contrarie e geniale” guidata dallo stilista- redattore Cristiano Burani in collaborazione con la libreria Giunti.
Nella galleria si sono riversate più di 50 persone fra tantissimi amici della cooperativa Hesèd e non, amici del Sap (Servizi alla persona), amici di Cristiano e tante altre persone interessate a conoscermi.
I soci della cooperativa Hésed si sono radunati 15 minuti, prima che iniziasse l’evento e dopo aver preso posto nell’accogliente galleria, autore e redattore si sono accomodati davanti al pubblico per iniziare la presentazione. Iniziò una sorta di diario, dove prendendo spunto dai miei versi poetici scritti dal 2003 al 2019, descrivo il mio sentimento verso una natura da rispettare, del mio amore per il Sud, dell’amore di donne incontrate durante gli speciali momenti della mia vita
I ragazzi della cooperativa Hesèd si sono addentrati nella lettura delle poesie: “Attimo cristallino”; “Piazza Fontanesi”; “Risveglio”; “Salita”; “Incontro”. Ognuna di queste poesie conserva una storia, che voglio condividere con il mio pubblico, un attimo prezioso incontrato da quando è iniziata a 13 anni la mia vena poetica, come modo per provare a raccontare la mia positività in questo mondo lacerato da guerre umane ed ecologiche.
e del mio rapporto con la disabilità.
Dopo la presentazione e aver innescato curiosità nel pubblico, la gente presente si è portata a casa la copia del mio libro sotto un cielo nuvoloso ma senza pioggia.
Grazie a Cristiano, alla cooperativa Hésed, alla galleria d’arte San Francesco e alla libreria Giunti per avermi aiutato a creare questo evento!
Damiano Cabassi












Ciao! Il percorso, che la mia azienda agricola ed io abbiamo ideato a maggio aprirà i battenti 😁😁😁.
Sono molto felice di darvi questa bella notizia, frutto della passione di camminare scalzi nata in me nel 2016.
Da questa passione è nata l’idea di costruire un percorso sensoriale nella mia azienda dove, camminando scalzi o calzati potete concedervi la tranquillità di camminare nella natura.

GARDENISSIMA 2023: IMPRESA RAGGIUNTA
Porto a casa il tempo di 6’51”, il tempo trascorso a compiere lo slalom più lungo del mondo assieme al mio pilota Giacomo Cibelli in Val Gardena.
Oltre a questo grandissimo punteggio, dalla Gardenissima 2023, porto a casa la casacca firmata dal campione olimpico Dominik Paris.
Una prospettiva molto alta per me e Giacomo partita dalla vetta del Seceda. Tutto iniziò alle 7.30 con la presenza di 750 iscritti alla gara, provenienti da tante parti del mondo. Non sono mancate le presenze dei campioni del mondo di scii come Dominik Paris, Alex Vinatzer, Kristian Ghedina, Isolde Kostner, Christof Innerhofer e tanti altri, a rendere unico il momento.
Tutti i partecipanti alla gara e campioni schierati attorno a noi guardavano, stupiti, la nostra partenza.
Gli occhi della Rai e di tutti gli iscritti puntati su di noi, incutevano una certa agitazione per non parlare dei 6 km di slalom, che sfidava la nostra presenza. Campioni, partecipanti e Giovanni Kasslatter, direttore della Gardenissima, erano a guardare i nuovi atleti, pronti per tentare quella grande sfida.
La nostra gara partì e immediatamente scattò in me, la forza di dare carica al mio pilota, che dietro me, governava il Dual Ski. Sotto di noi in partenza si trovava uno spesso strato di ghiaccio, che si trasformò successivamente in neve fresca caduta nella notte.
L’attrito degli scii sulla neve rendeva impossibile la comunicazione ma ciononostante nulla mi vietava di dare carica.
Le porte blu tracciavano costantemente il nostro percorso, che si estendeva lungo le pareti della vetta e successivamente lungo una dorsale di pini. Dovevo dare carica ed essere mentalmente attivo e quindi mi risultava spontaneo comunicare al mio pilota: “destra “, ogni volta che dovevamo girare a destra e “sinistra”, ogni volta che dovevamo girare a sinistra.
Senza neanche accorgersi la gara durò una piccola manciata di minuti e arrivai al traguardo con le braccia alzate sia per l’adrenalina accumulata, sia per essere riuscito a fare, grazie Gast, qualcosa che un disabile mai aveva fatto prima.
Damiano Cabassi




SONO PRONTO!
Manca poco e la Gardenissima si avvicina a passi ultra veloci. Manca una piccola manciata di giorni e vedo già vicino lo slalom più lungo del mondo in Val Gardena che mi chiama. Partirò venerdì questo (Venerdì 31 marzo 2023) per raggiungere Val Gardena, sì, sulle Dolomiti e sento già l’energia che nel mio petto scalpita, pronta a divampare di sentimenti già al primo km!!! Partirò con Gast e non so ancora cosa mi capiterà, fermo restando che l’istinto mi chiede di sciare e partire con il Dual Ski e affrontare con Giacomo la pista! Ecco una mia testimonianza in preparazione a questo evento:
Ma è anche un atleta, ti sei iscritto a Gardenissima…
Giacomo me l’ha fatta grossa sta volta. Mi ha detto, dai perché non ci proviamo anche noi… Una, due, tre volte, e tac ecco che mi ritrovo completamente sedotto da quest’avventura! In realtà non si è trattata di una decisione scellerata. L’anno scorso in Valle Aurina sono riuscito a sciare sia con il Dual, che in piedi, accendendo in me meraviglia e stupore. Lo stesso stupore incontrato a 9 anni quando imparai a camminare.
Ti avrà mica messo in testa anche di vincere?
Se un atleta non corre per vincere che atleta è? Di base però mi aspetto di vivere nuove emozioni che mi facciano da fonte ispiratrice per nuove poesie/racconti perché le novità bisogna tutte scriverle.
È per questo che hai iniziato a sciare? La neve come una musa?
Quando scio con il Dual provo un senso di libertà ma ammetto che non sia per niente facile spiegare ciò che provo a parole. Diciamo che mi trovo totalmente immerso nella velocità. Ed è bellissimo.
Ok, dai, cosa ti aspetti da questa gara?
Oltre a provare nuove emozioni mi aspetto di vincere. Partecipare significa creare la possibilità di costruire forti pensieri anche se sei disabile!
Ti fidi di Giacomo? È lui il pilota?
Cosa ti devo dire, cercherò di incitarlo e di spronarlo a non mollare. Di queste cose me ne intendo. Magari, se posso approfittare di questa occasione, chiedo ufficialmente a tutti gli atleti e a chi ci osserverà lungo la pista, di fare il tifo per noi!
La gara è il 1° aprile non è che ci sta preparando un bel pescione?
Ti lascio nel dubbio, intanto vado ad allenarmi. E a scrivere un po’!
Oggi 07/04/2023 sono sulla Gazzetta di Reggio in occasione della Gardenissima 2023 del 1° aprile 🙂
UN GRANDE PUGNO DI SENSAZIONI
06-10/12/22
Tre, due, uno ciak… lascio girare una pellicola piena di emozioni, distillati di sentimenti per descrivere ogni singola ripresa di questo viaggio vissuto nella località San Giovanni in Valle Aurina.
Trovati Giacomo, Licia, Caterina ed io nel parcheggio della palestra A-Gym di Reggio Emilia per caricare il furgone con i nostri zaini e Dual, partimmo per l’avventura.
Da Reggio Emilia una volta raggiunto Correggio per prendere Paolo (vice presidente Gast) imboccammo l’autostrada del Brennero in direzione Valle Aurina. Verso le 18 arrivammo a San Giovanni e scesi dal parcheggio dell’hotel Adler il freddo frizzante, incorniciato dal chiarore lunare, risvegliava tutti i nostri sensi in un misto di allegria e carica per essere finalmente arrivati a destinazione.
Presentati alla reception e preso possesso delle nostre camere, andammo a cena dove incontrammo il resto della compagnia, che piano, piano si agganciava. Immersi in una scenografia tipica sudtirolese, il legno chiaro rivestiva una stanza grande, dove erano situati i nostri tavoli e un’altra stanza più piccola, anch’essa adibita alla ristorazione.
Cenato Cibbo prese la parola facendo il punto della situazione e illustrandoci il programma da seguire nel corso delle giornate, che dovevamo aspettarci. La sveglia suonava presto e rispetto agli altri clienti dell’hotel, noi dovevamo fare colazione prima per raggiungere l’impianto sciistico alle 9.00. Svegliati velocemente il primo giorno, come da programma, alle 9.00 prendemmo la funivia per raggiungere la malga Kristall Alm da dove raggiungemmo il piano sotterraneo per prepararci a sciare. Chi usava il Dual poteva risparmiarsi la fatica di mettersi gli scarponi da scii ma doveva essere preparato con coperta in lana e rivestimento sulle gambe per sconfiggere il freddo pungente, che poteva entrare e insinuarsi su tutto il corpo.
Il primo giorno si cercò di ruotare gli atleti, che non riuscivano a sciare, sul Dual. Si partì infagottati per bene esplorando la pista Klausse II, che ti portava a 2510 m. di altezza, la pista Amboden e la pista Panorama. La pista Klausse II era quella più affollata di tutte, perché era molto bersagliata da scuole di scii e comitati di ragazzi e bambini, pronti a sfrecciare a velocità supersonica. Un vigile, se fosse stato presente poteva “appioppare” una quantità esagerata di multe per un approccio sportivo decisamente fuori da ogni regola di rispetto! La pista Klauesse II era fiancheggiata da una pista di emergenza, che portava direttamente alla malga Kristall Alm.
Tempo di far metà pista Klausse II all’incirca 4-5 volte, che la curiosità ci prese a tal punto da arrivare fino a 2510 metri e ascoltare il vento ululare fra le montagne.
Spinto dal paesaggio, decisamente fuori dalla mia realtà di tutti i giorni, sentivo di non godermi appieno la realtà che stavo vivendo e qualcosa mi chiese di provare a sciare ma… dovevo parlare di questa mia idea con Cibbo e gli altri maestri Gast. Intanto, sul Dual, mi godevo ogni singola sensazione che scorreva a una velocità supersonica. Presa la seggiovia dell’impianto Klausse II si poteva o tornare giù, passando a fianco della pista, o seguire la pista diretta alla malga. Dopo aver sciato venne l’ora del pranzo accompagnato dagli indimenticabili canederli in brodo, zuppe, carne con patate e taglieri stracolmi di speck, formaggi e cetrioli sotto aceto.
Riscaldati e rimpinzati secondo la tradizione sudtirolese indossammo guanti, passamontagna e tutto il necessario per un’altra escursione sulla neve. Dopo aver sciato si raggiunse il nostro hotel per fare un riposino, o un idromassaggio, o una meritata nuotata in piscina, nell’attesa che venisse l’ora della cena. A tavola iniziò a girare voce che il giorno dopo avrei sciato non con il Dual ma con gli scii normali e la mia carica divenne spropositata. Cadere potevo cadere, caduta in più, caduta in meno non faceva alcuna differenza: avevo un infrenabile bisogno di provare: sì, nelle mie vene viaggiava un forte bisogno di provare, ebbe…
Si aggiunsero a cena 2 maestri di scii della scuola italiana: “Scie di Passione” Olivia e Giordano, che ci seguirono nelle piste durante tutto il nostro soggiorno in Valle Aurina.
Quella precisa atmosfera e compagnia mi chiese di provare a sciare così, come a 9 anni imparai a comminare, dovevo provare a fare quella “strampalata” azione: dovevo capire se potevo credere a qualcosa di grande, qualcosa più grande di me.
Arrivò il secondo giorno e il sogno di provare a sciare mi elettrizzava, dovevo giocare quella sfida! Gli stessi movimenti si ripeterono fino all’arrivo nella malga poi… nella stanza,
dove il giorno precedente guardavo gli altri vestirsi, mi misi gli scarponi da scii. Prima di varcare l’ingresso e andare fuori dovevo avere già gli scarponi, in modo tale da essere pronto a infilare gli scii. Non essendo in gomma, avendo un rivestimento diverso dalle scarpe normali ed essendo pesanti, barcollavo come un pendolo e non riuscivo a stare in equilibrio sul pavimento. Quando invece mi trovavo fuori, affondando gli scarponi da scii sulla neve, avevo la sensazione di tenere delle scarpe normali ai piedi. Cibbo e Francesco mi aiutarono a infilare gli scii.
Sentito il blocco dell’attacco sugli scii nei miei piedi, gli scii potevano venire con me. Appurato il mio primissimo approccio agli scii, sotto di me sentivo il fragore della neve, non riuscivo a fare nessun passo da solo e dovevo avere la spinta di qualcuno per andare oltre. Cibbo mi diede la spinta fino all’inizio della pista che portava alle 2 seggiovie dell’impianto di risalita che portava alla pista Klausse II e dell’impianto di risalita che portava alla pista Panorama. Iniziai a scendere stupito e meravigliato di avere 2 scii ai miei piedi e di stare sciando ma non riuscivo a distribuire il mio peso e facevo fatica a non prendere velocità ma Cibbo stava davanti a me, onde evitare di schiantarmi da qualche parte!
Paolo aveva ragione: “Sciare era come imparare a camminare”, stavo cercando di assorbire più informazioni possibili da Cibbo ma ero molto distratto dall’orizzonte, che appariva molto diverso, da come lo guardi sul Dual. Ingranai la concentrazione e spostai il mio peso a destra e a sinistra per curvare. Cibbo ed io prendemmo la seggiovia dell’impianto di risalita della pista Klausse II e scegliemmo di tornare giù sulla pista di soccorso, che portava direttamente alla malga, era più tranquilla e riuscivo ad essere più concentrato.
Iniziai il mio secondo tentativo di sciare con Cibbo davanti che mi dava indicazioni, la mia paura era di prendere la velocità e imparai, che divaricando sempre più le gambe, mi fermavo. Accorgendomi di timidi segnali positivi presi sempre più la concentrazione, che non mi accorsi di arrivare alla malga. Arrivammo alla malga e scoccò l’ora del pranzo, la stanchezza accumulata si faceva sentire ma la voglia di riprovare a sciare era molto forte. Pranzato e usciti con il Dual in mezzo alla neve, prima di arrivare in hotel ci fermammo al pub “Apres Ski” per berci qualcosa in compagnia della musica tirolese in sottofondo e via. Arrivati in hotel dopo cena, concludemmo la sensazionale giornata, giocando a bowling in hotel.
Una grande adrenalina mi ruggì nel petto il terzo giorno e sentivo il forte desiderio di ritornare sugli sci. Tutto infatti si ripeté come gli altri giorni e nella malga il “travestimento” assunse per me un aspetto molto importante: stavo indossando gli scarponi da scii la seconda volta e questo, mi suscitava una grande emozione. Sembrava di affrontare un esercizio in una palestra ed era volenteroso di ripetere l’esperienza di sciare, perché volevo provare a migliorarmi.
Trovatomi davanti alla malga esaminai la situazione con un’attenzione maggiore rispetto al giorno precedente, perché fuori nevicava e la condizione atmosferica, capace di darmi le stesse sensazioni di quando ero bambino, cresceva di respiro in respiro. Assieme ai maestri Gast raggiunsi gli scii e la pellicola riprese a girare, rivivendo l’emozione dei giorni prima. La gamba e il piede destro sembravano più sciolte e la mia paralisi sembrava essere fuggita. Fuori nevicava ma la mia coscienza non riusciva ad accorgersi dei fiocchi di neve perché ero molto concentrato nel cercare la coordinazione giusta per mantenere la posizione corretta degli scii.
Questa volta sciavo con più consapevolezza e la manciata di muniti finì senza rendermene conto. Sceso dagli scii salì sul Dual con Paolo e assieme a Debora, papà di Debora e Cibbo raggiungemmo l’impianto di risalita della pista “Panorama”.
La pista Panorama scendeva invece in mezzo agli abeti innevati, dove, in un punto preciso, tempo fa un’anziana signora, appartata in un angolo del bosco, dava da bere vin brulè agli sciatori.
Raggiunta la cima provai la sensazione di essere in una stretta lingua di terra, delimitata da confini precisi. La pista andava giù molto veloce e lungo il tragitto oltre all’orizzonte mozzafiato, che si dipingeva nei nostri occhi, provai l’emozione di attraversare i boschi di pini, gli unici protagonisti vivi della montagna racchiusi in quel silenzio ovattato. Se fosse stata presente ancora l’anziana signora a dare il vin brulè agli sciatori, sarei rimasto per pochi minuti a scaldarmi e ad ascoltare quel silenzio. Attraverso gli alberi il mio spirito si alzava, trasformandosi in ispirazione e tutto, in quei brevi minuti, divenne ammirazione. Mi sentivo in una cartolina e l’atmosfera del Natale, che imprimeva quei giorni, rendeva tutto magnifico. Non avrei mai immaginato di trovarmi a dicembre, sotto Natale, in Valle Aurina e a vivere ogni singola fase di quell’avventura. Avventura troppo piena di belle sensazioni, che il mio istinto chiedeva di raccontarle tutte per fissarle sulla carta.
Il quarto giorno arrivò molto velocemente lasciando al suo passaggio una serie di emozioni, difficili da misurare. Le emozioni iniziarono ad essere etichettate una per una, minuto per minuto, ora per ora e il quinto giorno arrivò senza preannuncio lasciando tangibili impronte di ricordi. Quinto giorno, sabato, ultimo mattino intero di neve, ahimè nel pomeriggio, con grande rammarico, saremo già stati in viaggio per ritornare a casa. Caricati gli zaini sul furgone, lasciato l’hotel e raggiunta la malga, si è sciato l’ultima volta e dopo pranzo siamo ritornati successivamente in pista verso casa.
La tristezza di lasciare la Valle Aurina non si poteva misurare e salito sul furgone, rimpiansi i giorni passati. Un’enorme felicità vibrava nelle mie vene perché avevo scoperto, grazie a Gast, che posso sciare togliendomi ogni ostacolo mentale.
Damiano Cabassi
DOLOMITI
20-24/03/2022
Sarò ancora
su un passo del Sella Ronda
se qualcuno si accorgerà della mia assenza.
Schiocco il ricordo
di quella audace bellezza montana,
pronta ad avvinghiare lo sguardo
e schiarire i nostri confini;
provo d’istinto a toccare le montagne
ma il tatto … di botto sparisce,
lasciandomi con parole,
incarnate nel mio inconscio.
Merito del nostro coraggio
che, parlando, si è fortificato nell’intento
di far fruire
le nostre parole in templari di pietra.
Scoppiettava un’energia
pronta a trasformarsi in fotogrammi di paesaggio
e scagliarsi
in una nostra anima, ammantata
di vera avventura.
Damiano Cabassi